Le principali sorgenti sono gli impianti di trasmissione radiotelevisivi, le antenne ricetrasmittenti fisse, i telefoni cellulari, i sistemi radar, i dispositivi medicali ed industriali con radiofrequenze da 10 KHz e 300 MHz e a Micronde da 300 MHz e 300 GHz. Gli effetti dal punto di vista medico possono essere suddivisi in termici, non termici e a lungo termine.

Gli effetti di natura termica sono dovuti ad innalzamento della temperatura dell’organismo, per assorbimento di energia. Elevate e prolungate esposizioni possono provocare dei danni a tessuti sensibili (cataratta e sterilità). Gli effetti non termici possono interessare il SNC, il SNV e il sistema cardiocircolatorio. Questo campo è però ancora incerto e da studiare.

Per quanto riguarda gli effetti a lungo termine, essi non sono stati studiati in maniera approfondita come si è fatto con quelli a bassa frequenza. Si sono comunque trovate correlazioni statistiche con un aumento di mortalità per leucemia nei radioamatori, di melanoma nei paramedici che usano la diatermia, e di tumori cerebrali nei lavoratori nel settore delle telecomunicazioni.

Non esiste in Italia una normativa per la protezione dei campi ad alta frequenza. Si fa quindi riferimento ad organismi protezionistici come l’IRPA (INTE RNATIONAL RADIATION PROTECTION ASSOCIATION).

ESPOSIZIONE A CEM AD ALTA FREQUENZA PRODOTTI DA ALCUNE SORGENTI

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